Un codice etico per gli avvocati matrimonialisti

Un codice etico per gli avvocati matrimonialisti
Un codice etico per gli avvocati matrimonialisti

 

CREDIMI LA SOLUZIONE E’ POSSIBILE, BASTA PENSARCI E ACCONTENTARSI DEL GIUSTO

Quando si parla di un avvocato matrimonialista si fa riferimento a un avvocato che esercita in maniera prevalente la propria attività nel campo del diritto di famiglia e dei minori. Negli ultimi tempi si è parlato con insistenza sempre maggiore della possibilità di introdurre, per gli avvocati del ramo, un codice deontologico: a tal proposito, tra gli operatori del settore e gli addetti ai lavori il dibattito è fervido. Il bisogno di un codice etico a cui debba sottostare ogni avvocato matrimonialista è motivato, in primo luogo, dalla delicatezza e dal carattere particolare delle questioni relative ai diritti dei minori.

I diritti dei minori

Proprio il coinvolgimento dei minori rappresenta una condizione che obbliga gli avvocati a mettere in atto precauzioni e atteggiamenti che consentano di salvaguardare l’equilibrio degli stessi, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psicologico. Per quanto possibile, è indispensabile che i minori non siano sottoposti a traumi che possono essere ricondotti ai conflitti tra i genitori. Gli avvocati devono avere un approccio tale da consentire loro di acquisire conoscenze che non hanno a che fare unicamente con gli aspetti strettamente giuridici relativi ai fatti, ma anche con il campo della mediazione familiare, quello della pedagogia e quello della psicologia.
Attenzione: questo non significa che un avvocato matrimonialista debba fare le veci di uno psicologo o svolgere il suo lavoro, ma semplicemente vuol dire che deve essere in possesso di competenze che gli permettano di identificare in maniera chiara e sicura le eventuali criticità del caso che sta affrontando, così che possa dare al proprio assistito i consigli più adatti in vista di un percorso che consenta di superare la crisi familiare, o almeno i suoi aspetti più conflittuali. Il tutto rientra nell’obiettivo di tutelare e salvaguardare gli interessi dei minori: ed è noto che la salvaguardia di tali interessi è sempre il più importante e preminente nell’ambito della struttura del diritto di famiglia, non solo a livello italiano ma anche europeo.

La funzione sociale di un avvocato matrimonialista

Rivolgendosi allo studio dell’Avvocato Sergio Armaroli ed entrando in contatto con un professionista del settore qualificato e forte di una lunga esperienza, ci si può rendere conto del fatto che un legale ricopre una funzione sociale molto importante. Il nuovo Codice Deontologico Forense all’articolo 56 stabilisce, a proposito dell’ascolto dei minori, che l’ascolto di un minore non può essere effettuato da un avvocato senza che vi sia il consenso delle persone che esercitano la responsabilità genitoriale, eccezion fatta per le circostanze in cui si palesi un conflitto di interessi.
Nelle controversie di carattere familiare o in materia minorile gli avvocati dei genitori devono evitare qualsiasi tipo di contatto e di colloquio con i figli minori a proposito delle circostanze relative alle controversie stesse. Nei procedimenti penali, invece, gli avvocati difensori sono tenuti a invitare in maniera formale coloro che esercitano la responsabilità genitoriale su un minore se hanno intenzione di conferire con lui, di richiedere delle sue dichiarazioni scritte o di assumere delle informazioni. La violazione dei divieti e dei doveri appena elencati viene punita in maniera grave, con una sanzione disciplinare che prevede una sospensione dall’esercizio dell’attività professionale per un periodo compreso tra i sei e i dodici mesi.

L’ascolto dei minori

Nell’articolo 56 del Codice Deontologico Forense si fa riferimento, dunque, a un tema molto importante, che è quello relativo all’ascolto del minore. Un colloquio tra un minore e l’avvocato di un genitore che è parte nel conflitto può essere non solo pericoloso per il suo equilibrio, ma dannoso anche per il suo sviluppo. Si corre il rischio che le domande che vengono rivolte dal legale rappresentino un mezzo per conferire forza alla tesi difensiva del genitore assistito. Nei casi più gravi può succedere perfino che al minore vengano suggerite le risposte che dovranno essere date in sede di audizione all’organo giudicante. Insomma, in situazioni del genere non solo la serenità dei minori non viene preservata, ma essi finiscono catapultati direttamente dentro le dinamiche conflittuali dei genitori, in realtà che non di rado si dimostrano drammatiche. Non a caso negli ultimi anni i singoli consigli dell’ordine sono stati costretti a intervenire in più di un’occasione per adottare dei provvedimenti sanzionatori molto severi nei confronti di comportamenti ritenuti esecrabili.

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