abbandono tetto coniugale separazione

MOLTI CONIUGI CHE STANNO PER SEPARARSI MI DOMANDANO SE E’ LECITO ABBANDONARE IL TETTO CONIUGALE E IN QUALI SITUAZIONI-  abbandono tetto coniugale separazione

  • L’ALLONTANAMENTO QUALE VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI MATRIMONIALI COSTITUISCE MOTIVO DI ADDEBITO – PERDITA DEL MANTENIMENTO
    Un altro profilo di estrema importanza che sconsiglia il rilascio dell’abitazione comune prima dell’udienza presidenziale nella quale la casa viene assegnata al coniuge con prole e viene estromesso l’altro, è quello che scaturisce dalle conseguenze delle violazioni di cui agli articoli 142 e seguenti del codice civile.

    Espressamente l’art. 146 c.c. prevede che “..il diritto all’assistenza morale e materiale previsto dall’art. 143 è sospeso nei confronti del coniuge che allontanatosi senza giusta causa dalla residenza familiare rifiuti di tornarvi”.

    L’art. 143 c.c. al secondo comma prevede inoltre espressamente che dal matrimonio deriva “…l’obbligo reciproco della fedeltà, l’assistenza morale e materiale, la collaborazione nell’interesse della famiglia e la coabitazione”.

    L’abbandono della residenza comune dunque, nella successiva fase istruttoria, può essere valutato come motivo di addebito della separazione, semprechè non sia giustificato realmente dalla necessità di sottrarsi a situazioni di pericolo o comunque di stress rilevante.

  • Con la sentenza n. 14591 del 28.05.2019, la Corte di Cassazione ha ribadito che “l’abbandono del tetto coniugale non giustifica l’addebito ove sia motivato da una giusta causa costituita dal determinarsi di una situazione di intollerabilità della convivenza coniugale”.
    Chiarito quanto avviene in ambito civilistico, vi è da chiedersi se l’abbandono del tetto coniugale può avere conseguenze penali.
    Ebbene, l’allontanamento dalla casa coniugale non costituisce di per sé un reato, nel senso che uscire definitivamente dalla casa coniugale non comporta automaticamente un processo penale.
    Tuttavia, è bene sapere che l’art. 570 del codice penale punisce chi, “abbandonando il domicilio domestico”, si sottrae agli obblighi di assistenza morale e materiale della famiglia. Ciò significa che l’allontanamento dalla cosa coniugale è punibile solo nel caso in cui il coniuge che si allontana non provveda comunque a sostenere economicamente e moralmente l’altro coniuge e/o i figli ove questi ne abbiano effettivo bisogno.
  • COSA VUOLE DIRE ABBANDONARE IL TETTO CONIUGALE? QUANDO SI INCORRE IN SANZIONI?

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L’abbandono del tetto coniugale è un comportamento che viene punito non solo dal codice civile, ma anche dal codice penale: il primo inserisce la convivenza tra i doveri implicati dal matrimonio, mentre il secondo prevede sanzioni per chi viola gli obblighi di assistenza familiare. Nel caso in cui si abbandoni la casa coniugale in assenza di un giustificato motivo quando il matrimonio è ancora valido, quindi, si corre il rischio di essere puniti con una duplice sanzione, di carattere civile e di carattere penale. La sanzione civile è rappresentata dalla perdita al diritto di mantenimento e dal cosiddetto addebito, che consiste nella responsabilità per la separazione, mentre la sanzione penale è rappresentata dalla reclusione per un periodo fino a un anno o da una multa compresa tra 103 e 1.032 euro, per il reato di abbandono di domicilio domestico.

Cosa fare se il matrimonio non va bene  abbandono tetto coniugale separazione

Se si è in crisi con il proprio partner e si ha in mente di lasciare casa, dunque, è meglio pensarci un po’, o magari chiedere la consulenza di un avvocato per separazione a Bologna, per esempio rivolgendosi allo studio dell’Avvocato Sergio Armaroli. Attenzione, però: non si deve commettere l’errore di pensare che la casa coniugale non possa mai essere abbandonata: occorre, però, che ci sia una ragione valida affinché questo avvenga, e che tale ragione costituisca il solo e reale motivo della separazione in corso.
In tale circostanza l’abbandono del tetto non può che essere considerato legittimo: giusto per fare qualche esempio, si pensi alla situazione di un uomo che se ne va di casa perché ha scoperto che la moglie ha una relazione extra-coniugale, o a quella di una donna che è costretta a scappare perché il marito la picchi. Nel momento in cui l’abbandono del tetto si configura come la conseguenza di un comportamento precedente, proprio tale comportamento è la causa effettiva della separazione e legittima l’abbandono stesso.

Lasciare casa si può: ecco come e quando abbandono tetto coniugale separazione

Informandosi da un avvocato per separazione a Bologna si può verificare quali sono le situazioni nelle quali si ha la possibilità di abbandonare il tetto coniugale senza subire le conseguenze di tale azione. L’abbandono è reputato legittimo in tutte le circostanze in cui sia determinato da un avvenimento, da una situazione di fatto o da un comportamento di un’altra persona (non solo il coniuge, ma anche i suoi familiari) che si dimostrano non compatibili con la prosecuzione della convivenza. L’abbandono non è sanzionato nemmeno se esso è dovuto a una crisi matrimoniale che è già in corso, tale da produrre una situazione compromessa o addirittura impossibile da tollerare, così da non permettere il prosieguo di una vita in comune.
Spetta alla persona che se ne va di casa l’onere della prova, e cioè il compito di dimostrare che è stato un comportamento colpevole altrui a determinare l’abbandono del tetto. Nel caso in cui non ci siano prove, pertanto, è consigliabile valutare in maniera preventiva la decisione, dal momento che essa potrebbe rivoltarsi contro chi la prende. Ovviamente, la sanzione civile e quella penale non scattano nel momento in cui l’abbandono del tetto domestico è supportato da una valida giustificazione.

abbandono tetto coniugale separazione: quali  sono le cause giustificatrici dell’abbandono

Nel corso del tempo i giudici hanno riconosciuto e identificato diverse cause giustificatrici per l‘abbandono del tetto coniugale, come per esempio una convivenza con i suoceri che diventa complicata e impossibile da tollerare o una convivenza ormai intollerabile. Non solo: l’abbandono è consentito anche se la convivenza è in grado di causare un grave pregiudizio all’istruzione e all’educazione dei figli o se ci sono motivi di carattere economico che rendono consigliabile o obbligano a una residenza differente, al di là del fatto che l’altro coniuge non sia intenzionato a spostarsi nella sistemazione nuova.
Per quel che riguarda la comunicazione della scelta di abbandonare il tetto coniugale, essa non può essere effettuata con una lettera, a meno che la fuga da casa non sia determinata da circostanze che possono essere addebitate al partner. In questo caso, la sola via che può essere seguita prima di andarsene da casa consiste nel depositare un ricorso per la separazione. Si entra nel penale, e cioè si è autori di un reato, se si lascia la casa coniugale con l’intenzione di non tornarvi per un periodo di tempo molto lungo, mentre il reato non è integrato nella circostanza di un allontanamento solo momentaneo.

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