Quando è necessario un avvocato per divisione ereditaria in separazione dei Quando è necessario un avvocato per divisione ereditaria in separazione dei beniavvocato per risolvere eredita’ Bologna

Quando è necessario un avvocato per divisione ereditaria in separazione dei beni

Quando è necessario un avvocato per divisione ereditaria in separazione dei beni
Quando è necessario un avvocato per divisione ereditaria in separazione dei beni

Alla morte di una persona, la legge predispone una serie di regole molto complesse allo scopo di assicurare la continuità nella titolarità di beni, diritti e obblighi del defunto. 
Il supporto di un esperto in materia è molto importante per poter comprendere completamente, in primis, quali siano gli effetti, anche fiscali, della successione, considerato, tra l’altro, che non tutti i diritti e i rapporti sono trasmissibili e comunque non tutti con le stesse modalità. 

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Il diritto delle successioni ereditarie è costituito dall’insieme di norme attraverso le quali l’ordinamento garantisce che i rapporti giuridici facenti capo ad un defunto si trasmettano ai suoi eredi.
Le successioni sono molto ocmplesse ma l’avvocato Sergio Armaroli grazie all’esperienza maturata è in grado di garantire i diritti dei suoi assistiti sia quando il defunto non ha lasciato testamento, sia in presenza di una dichiarazione di ultima volontà.

La successione necessaria quale limite a tutela dei c.d. legittimari

Nel nostro sistema giuridico, la legge riserva necessariamente a determinati strettissimi congiunti del defunto (anche detto de cuius)  (coniuge, discendenti e ascendenti, detti “legittimari” o “eredi necessari”) una rilevante quota dell’asse ereditario, anche contro la volontà espressa dal disponente con testamento o con donazioni fatte in vita (esse anticipano, infatti, la successione): è questa la successione necessaria.
Essa costituisce un limite alla libertà testamentaria ed alla stessa libertà di donare, essendo la donazione un anticipo della propria successione.

L’azione di riduzione quale mezzo di impugnazione di testamento e donazioni lesivi dei diritti dei legittimari
Può, così, accadere che il testamento o le eventuali donazioni fatte in vita dal testatore ledano i diritti dei legittimari (o eredi necessari).

Qualora si agisca in riduzione, innanzitutto si riducono le disposizioni testamentarie proporzionalmente (tranne diversa volontà del testatore), successivamente si riducono le donazioni partendo dall’ultima che ha provocato la lesione e via via risalendo a quelle precedenti.
Nel caso in cui, in base all’ordine sopra evidenziato, sia dichiarata dal giudice la riduzione di una donazione, il donatario sarà tenuto a restituire in tutto o in parte il bene ricevuto o, se ne ha disposto, il legittimario vittorioso potrà escuterne i beni, per soddisfare il suo diritto.

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La tutela del legittimario può coinvolgere anche la posizione giuridica di altri soggetti e, precisamente, di coloro che abbiano acquistato diritti dal donatario.

Infatti, prima che siano trascorsi venti anni dalla trascrizione della donazione, il titolare di diritti reali limitati, ad esempio l’usufruttuario o il creditore ipotecario, può veder venir meno il suo diritto, in quanto il bene restituito, in tutto o in parte, dal donatario rimane libero da pesi ed ipoteche.

Inoltre, sempre prima che siano trascorsi venti anni dalla trascrizione della donazione, qualora il donatario abbia alienato il bene e non abbia beni sufficienti per soddisfare le pretese del legittimario, quest’ultimo potrà chiedere la restituzione del bene all’acquirente stesso. Anche l’acquirente del bene, pertanto, si vedrà privato del suo diritto sul bene stesso, o quantomeno del suo equivalente in denaro, avendo egli la facoltà di liberarsi dalla pretesa restituzione in natura con il versamento di una somma corrispondente.

L’avvocato Sergio Armaroli esperto in diritto successorio le posizioni di eredi legittimi o legittimari, e sono sempre in grado di garantire il riconoscimento dei diritti di coloro che si affidano allo Studio, individuando la disciplina più favorevole e, nel caso di concorso tra eredi (ascendenti, coniuge, figli, fratelli e sorelle), salvaguardano le quote di riserva dei legittimari anche attraverso azioni giudiziarie volte ad impugnare donazioni o disposizioni testamentarie che comportino una diminuzione dei diritti degli eredi.

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avvocato Sergio Armaroli

lo Studio gestisce attività di consulenza e assistenza in contenziosi giudiziali relativamente a:

  • Azioni successorie e di riduzione.
  • Rivendica beni ereditari.
  • Nullità o inefficacia disposizioni testamentarie e donazioni.
  • Rinuncia eredità.
  • Divisioni testamentarie.
  • Redazione testamenti.
  • Donazioni.
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  • Amministrazione di sostegno.

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Se desideri avere una consulenza legale al riguardo, lo Studio Legale Avvocato Sergio Armaroli tratta ogni tipo di questione inerente la Successione mortis causa e l’Eredità, con particolare attenzione all’ambito delle divisioni ereditarie.

Non esitare a richiedere una consulenza. Un buon consiglio legale spesso evita diatribe e liti familiari che si prolungano per anni e fanno venir meno la serenità familiare.

La scelta tra la separazione e la comunione dei beni, in caso di matrimonio, non va a influenzare le regole della successione, le quali si basano sugli stessi principi in tutti e due i casi.

Chi si sposa entra nel regime di comunione dei beni in maniera automatica, il che vuol dire che tutto quello che durante il matrimonio viene comprato dai coniugi, o comunemente o singolarmente, è di proprietà sia della moglie che del marito in parti uguali: ciò vale non solo per la casa (se viene acquistata dopo le nozze, ovviamente), ma anche per gli arredi, i conti correnti, e così via.

Ci sono, però, alcuni beni che non rientrano nella comunione: sono quelli che sono stati comprati con il denaro ottenuto da un risarcimento, quelli che sono stati ottenuti in eredita o in donazione (anche dopo il matrimonio) e, ovviamente, quelli di cui si era già proprietari prima delle nozze.

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La comunione e la separazione dei beni

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La comunione dei beni è automatica ma non obbligatoria: i coniugi, infatti, sottoscrivendo una dichiarazione apposita hanno la possibilità di scegliere il regime di separazione dei beni, che fa sì che ognuno dei due rimanga proprietario di tutto quello che compra con il proprio denaro. Ma che cosa accade se uno dei due coniugi muore in un matrimonio in cui si applica la separazione dei beni? Ci si potrebbe rivolgere a un avvocato per divisione ereditaria per scoprire se il coniuge che sopravvive ha dei diritti ereditari sui beni che erano di proprietà del coniuge deceduto pur in assenza di comunione dei beni.

In realtà non ci sono dubbi: anche nel caso di separazione dei beni il coniuge superstite ha diritto all’eredità di quello deceduto, in quanto da questo punto di vista non esistono differenze tra comunione o separazione dei beni. In tutti e due i casi, nel momento in cui un coniuge muore l’altro diventa suo erede, così da ottenere il diritto a ricevere una quota del suo patrimonio, da dividere – ovviamente – con gli altri soggetti eventualmente chiamati all’eredità, in base a quanto prescritto dal codice civile. Un avvocato per divisione ereditaria, inoltre, può ben spiegare che un coniuge resta erede dell’altro anche in caso di separazione legale, sia che essa sia stata sancita con la negoziazione assistita, in Comune o in tribunale, a prescindere dalla separazione dei beni sancita in precedenza.

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Qual è l’utilità della separazione dei beni?

Ci si potrebbe domandare, a questo punto, quale sia l’utilità della separazione dei beni e a che cosa serva tale regime. Il suo scopo principale, in effetti, è quello di evitare i contenziosi tra i coniugi nel corso di una separazione o di un divorzio, prevenendo le discussioni che potrebbero sorgere nel momento in cui si rendesse necessario dividere i beni comprati nel corso del matrimonio. Grazie alla separazione dei beni, infatti, i mobili, gli immobili e le automobili rimangono di proprietà di coloro che li hanno comprati, che si tratti di uffici, di complementi di arredo, di case, di gioielli, di terreni, di conti correnti, di motociclette, di quadri, di utensili, di yacht, di appartamenti, e così via. Anche nel caso in cui l’abitazione venga assegnata al coniuge che non ne è proprietario, perché gli sono stati affidati i figli, la proprietà non cambia, e rimane del coniuge che l’ha comprata.

Quali sono i diritti del coniuge separato?

Come si può verificare rivolgendosi allo Studio legale dell’Avvocato Sergio Armaroli, un altro degli obiettivi della separazione dei beni è quello di fare in modo che i creditori di uno dei due coniugi non possano aggredire i beni di proprietà dell’altro. Nel caso di una separazione, i diritti a succedere in eredità si mantengono inalterati, cosa che non avviene in caso di divorzio: pertanto, se uno dei coniugi muore nel corso della separazione, a divorzio ancora non avvenuto, al coniuge separato spetta una parte del patrimonio del de cuius, in quanto la separazione non elimina i diritti ereditari.

Ciò è vero in tutte le circostanze tranne una, e cioè quando la separazione viene pronunciata con addebito: in altri termini, quando il coniuge superstite è stato ritenuto dal giudice responsabile della fine del matrimonio perché i suoi comportamenti hanno violato il dovere di assistenza morale e materiale, il dovere di coabitazione e/o il dovere di fedeltà imposti dal codice civile.

 

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